La Valle dell’Esaro, territorio ampio e ricco di vegetazione, che si estende per oltre 600 kmq, prende il nome dall’omonimo fiume, importante via di collegamento tra la costa ionica e tirrenica della Calabria. Il fiume sorge dai rilievi della Catena Costiera, in prossimità del Passo dello Scalone, agevole punto di transito montano di media quota, attraverso il quale si raggiunge facilmente la fascia costiera tirrenica all’altezza di Belvedere Marittimo.
A valle il suo corso confluisce nel fiume Coscile (antico Sybaris), proprio all’altezza del pianoro di Torre Mordillo. La morfologia della zona è varia e articolata: ad occidente fanno da margine alla valle rilievi montuosi che superano i 1800 m, gradualmente digradanti fino a incanalarsi nelle gole del fiume Rosa, mentre all’interno la valle è caratterizzata da un’ampia fascia collinare. La parte orientale si presenta come un’estesa zona pianeggiante dove confluiscono tutti i torrenti creati dallo spartiacque fra i bacini ionici e quelli tirrenici. Questa valle per la sua morfologia e la rigogliosa flora e fauna ha da sempre favorito l’insediamento antropico. Nel suo territorio sono, infatti, state trovate tracce d’insediamenti umani dalle prime fasi della Preistoria.
Ampiamente attestato è anche lo sfruttamento delle risorse minerarie del circondario, con apparente soluzione di continuità fino all’epoca moderna. La razionalizzazione del sistema di comunicazione avvenuta in epoca romana con la costruzione della via Regio-Capuam più nota come via Annia-Popilia (metà del II sec. a.C.), principale arteria del territorio che attraversava la Calabria da sud a nord, agevolò inoltre il collegamento tra i maggiori centri dell’antico Bruttium favorendo anche i contatti con Roma. Le antiche direttrici di comunicazione continueranno a mantenere la loro funzionalità anche durante il Medioevo, quando sorgeranno a protezione e controllo del territorio, una serie di fortezze, torri e castelli, distribuiti con un ordine “a catena”.
Torre Mordillo, punto nodale privilegiato in questo scenario territoriale, conserva e permette ancora di leggere le tracce di molti secoli di frequentazione e la sua stratificazione antropica ne è sicuramente la dimostrazione più tangibile.